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Carne e malattia renale cronica: consigli pratici per inserirla in una dieta ipoproteica

A cura del Dr. Tommaso Amendola, dietista Renale presso il Policlinico Gemelli, presidio Columbus.

La carne è un alimento di alto valore biologico, ricco di proteine, vitamine e minerali essenziali. Tuttavia, per chi segue una dieta renale mediterranea, la sua introduzione richiede attenzione e consapevolezza. Non si tratta di eliminarla del tutto, ma di scegliere con cura tipologia, quantità e modalità di preparazione, per garantire un apporto nutrizionale equilibrato senza compromettere la salute dei reni.

La scelta della carne: qualità prima di tutto

Il primo passo è leggere attentamente l’etichetta. È fondamentale preferire carni provenienti da allevamenti estensivi o semi-estensivi, meglio se italiani. Questi sistemi garantiscono maggiore sicurezza rispetto all’uso di antibiotici e ormoni e offrono una qualità superiore. Investire in prodotti certificati significa tutelare la salute e rispettare le normative vigenti.

Quantità e tipologia: personalizzazione è la chiave

Nella gestione della malattia renale cronica, la quantità di carne deve essere personalizzata in base al piano nutrizionale del paziente. In generale, il range consigliato varia tra 80 e 150 grammi al giorno. Meglio privilegiare carni magre come pollo e coniglio, che hanno un contenuto lipidico più basso. Da limitare fortemente – se non evitare del tutto – insaccati e carni conservate, poiché ricche di sodio e additivi che non si combinano bene con la terapia nutrizionale.

Attenzione agli insaccati e alle carni conservate

Gli insaccati sono tra gli alimenti più problematici per chi soffre di insufficienza renale. L’elevato contenuto di sale e conservanti può aggravare la situazione clinica. Se proprio si desidera variare, si possono considerare alternative più leggere come prosciutto crudo dolce o bresaola, sempre in quantità controllate e accompagnate da condimenti semplici, come qualche goccia di limone, che aiuta a bilanciare il gusto.

Preparazione e cottura: sicurezza e gusto

La modalità di cottura è un altro aspetto cruciale. Le tecniche tradizionali sono generalmente sicure, ma occorre evitare la griglia e tutte le cotture che possono provocare carbonizzazione, responsabile della formazione di molecole dannose per la funzionalità renale. Meglio optare per cotture delicate, come al forno o in padella, condendo con un filo di olio extravergine d’oliva. Questo approccio consente di mantenere il gusto senza compromettere la salute.

Conservazione e pianificazione

Una corretta conservazione della carne è parte integrante della gestione nutrizionale. Etichettare ogni porzione con tipo, data e contenuto proteico aiuta a rispettare il piano alimentare senza stress. Pesare le porzioni e pianificare il menù settimanale permette di variare con gusto e sicurezza, mantenendo il controllo sulla quantità di proteine assunte.

La carne può far parte della dieta renale mediterranea, ma deve essere scelta con attenzione, consumata nelle giuste quantità e preparata in modo sicuro. Seguendo queste indicazioni, è possibile conciliare salute, tradizione e piacere a tavola.

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