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La dieta è importante quanto un farmaco nella malattia renale cronica

Scopriamo le fasi della malattia e l’importanza della dieta nella sua gestione.

La malattia renale cronica: cause e fasi della patologie

Soffrire di malattia renale cronica significa essere soggetto a un progressiva e irreversibile riduzione della funzionalità renale.

I principali fattori di rischio possono essere età, patologie croniche e familiarità. Su questi purtroppo non possiamo farci niente. Esistono però anche dei fattori modificabili, cioè su cui si può avere un po’ di controllo.
Due esempi sono lo stile di vita e l’alimentazione, lavorando per migliorarle possiamo diminuire il rischio di sviluppare una patologia.

Altri fattori che influiscono sulla comparsa del MRC sono delle patologie come, ad esempio, il diabete e l’ipertensione.

La patologia renale si suddivide in cinque stadi, a seconda del suo andamento e della sua gravità. I sintomi solitamente compaiono dal terzo stadio in poi.

Proprio perché i primi stadi sono spesso asintomatici, è fondamentale fare un lavoro di prevenzione.

Di solito, i primi sintomi che devono accendere un campanello d’allarme sono:

  • Mal di testa
  • Edemi
  • Fatica, fiato corto
  • Nausea
  • Sangue nelle urine, poliuria

Se si nota la presenza di questi segnali è importante fare dei controlli tempestivi. Per capire se si soffre di MRC, è necessario fare degli esami del sangue e analizzare soprattutto la proteinuria, ovvero la quantità di proteine nelle urine. Un valore alto rappresenta un campanello d’allarme e mostra le difficoltà dei reni a filtrare le proteine.

La funzione del rene e le complicanze della MRC

Lo scopo del rene è quello di filtrare il sangue dagli organi. Il sangue viene pulito e ritorna agli organi. Se questa funzione è deficitaria, alcune sostanze tossiche tornando indietro e possono creare complicanze.

Il fosforo e il potassio, ad esempio, rischiano di non essere eliminati totalmente e di rimanere a livello plasmatico, creando così iperpotassemia e iperfosforemia.

Il potassio è un sale minerale che svolge tantissime funzioni all’interno dell’organismo. Una tra tutte è quella di regolare i livelli di elettricità a livello cardiaco. Quindi è un componente molto importante che nella MRC va tenuto sotto controllo perché i reni, avendo poca capacità di filtrazione, hanno poca capacità di eliminare il potassio che quindi rimane alto nel sangue e potrebbe causare alterazioni a livello cardiaco oltre che parestesie intestinali e alterazioni muscolari.

L’iperfosforemia è una delle criticità maggiori nel paziente nefropatico. In quanto, quando il fosforo rimane alto nel sangue, si attiva un ormone chiamato paratormone che tenta di rimettere le cose a posto. Tuttavia, se da una parte cerca di eliminare questo fosforo in eccesso, dall’altra parte, per un meccanismo di bilanciamento, tende a portare via il calcio e purtroppo lo toglie alle ossa, che sono la nostra fonte maggiore di calcio. Questo calcio si va a depositare nei vasi sanguigni e si rischia quella che viene definita la calcificazione dei vasi sanguigni ovvero un irrigidimento del torrente sanguigno.

La MRC può causare anche altre patologie che vanno ad interessare l’organismo e si uniscono alla malattia renale. Ad esempio, la disidratazione, l’anemia, l’ipotiroidismo ed eventi cardiovascolari.

Infatti, spesso nel piano terapeutico della terapia farmacologica viene prescritta anche la eritropoietina per stimolare la produzione di ferro e combattere l’anemia.

Le proteine vanno eliminate perché la MRC può causare la sindrome metabolica, con un sovraccarico di acidi e difficoltà a filtrarli attraverso i reni.

Per questo, i malati di MRC seguono una dieta ipoproteica e limitano il loro consumo di sodio, potassio e fosforo.

Come gestire complicanze in modo farmacologico e nutrizionale

Per gestire l’MRC prima di entrare in dialisi, si lavora su un trattamento conservativo per preservare la funzionalità renale residua. Questo trattamento si fa in modo combinato, unendo una parte farmacologica e una nutrizionale.

La terapia dietetico nutrizionale assume così un ruolo centrale e diventa fondamentale tanto quanto i farmaci.

I risvolti principali della TDN sono:

  • controllare effetti metabolici, la proteinuria e la dislipidemia
  • controllare i sintomi metabolici

In questo modo si migliora la qualità della vita del paziente.

La dieta è precisa e personale e viene definita in base ad un attento studio del paziente. La quantità di proteine deve essere sufficiente da mantenere un adeguato stato di nutrizione e tono muscolare, ma non deve neanche essere eccessiva per non affaticare i reni che lavorano a ridotto regime.

Questa dieta ha l’obiettivo di far rimanere fermi, congelati i parametri renali, ma soprattutto far star bene il paziente. Infatti, si riescono a mitigare sintomi come inappetenza e stanchezza.

Dieta e farmaci, un equilibrio importante

La terapia farmacologica e nutrizionale sono in costante equilibrio. Se abbiamo ottimo controllo della TDN, abbiamo un miglior controllo terapia farmacologica.

Questo equilibrio permette di diminuire il dosaggio di alcune compresse.

Se invece abbiamo una dieta incontrollata dobbiamo aumentare il dosaggio della terapia farmacologica. Ad esempio, se abbiamo una dieta irregolare con il sodio, i nostri valori di pressione arteriosa saranno più alti, quindi dovremmo usare più farmaci per tenere sotto controllo la pressione arteriosa.

Quando si ha la MRC è necessario tenere sotto controllo tutte le possibili complicanze, infatti, ignorarne qualcuna, rischia di causare un peggioramento anche in tutte le altre. Ad esempio, se non controllo la fosforemia, si rischia di inficiare anche la cura per il ferro o l’ipertensione.

Come abbiamo visto, seguire la terapia dietetico nutrizionale è fondamentale e per farlo è necessario diminuire le proteine ed affidarsi a un dietista capace di stilare un piano alimentare corretto.

Bisogna ricordare che la dieta è come uno spazzolino da denti, ognuno ha la propria e non può essere scambiata.

Alcuni consigli alimentari

Chi soffre di MRC può assumere un quantitativo molto ridotto di proteine, per questo la dieta deve essere supplementata con alimenti aproteici.

Questi alimenti sono di grande aiuto perchè sono considerati energia pulita, riescono a dare molte calorie senza danneggiare i reni, e, ovviamente, hanno poche proteine e un basso contenuto di sodio, fosforo e potassio.

Oltre al consumo di alimenti aproteici, ci sono alcuni trucchi che si possono utilizzare, soprattutto per tenere sotto controllo fosforo e potassio.

La prima strategia è quella del lavaggio. Il lavaggio e l’ammollo degli ortaggi prima della cottura è una metodologia che permette di ridurre del 17% il contenuto di potassio negli alimenti. Quindi si consiglia di sbucciare le verdure e lasciarle in acqua in pezzi, in modo che più superficie dell’alimento vada a contatto con il liquido e permetta la dispersione del potassio. L’ideale sarebbe lasciarli ammollo per 12 ore, cambiando l’acqua ogni 4 ore. Attraverso la metodica della bollitura è possibile ridurre del 70% il contenuto di potassio. Si deve bollire in abbondante acqua, senza consumarla e cambiandola a metà procedimento. Questa metodica prende il nome di doppia bollitura. Dopo la doppia bollitura il paziente può ripassare le verdure al forno, in padella, gratinandole, con erbe aromatiche, spezie, vari gusti, per renderle più gradevoli.

Per quanto riguarda i legumi, si possono consumare in scatola, sciacquandoli o lessandoli con la metodica della doppia bollitura.

Il fosforo, invece, è principalmente contenuto negli alimenti di origine animale. Per cui se vogliamo, una dieta ipoproteica, è già una dieta ipofosforica in quanto le proteine verranno ridotte. Però, per controllare ulteriormente anche il fosforo, la metodica della doppia bollitura ci torna in aiuto, infatti attraverso il suo utilizzo, oltre al potassio, riusciamo ad eliminare nell’acqua di cottura anche il fosforo. Importanti elementi da consumare sono frutta e verdura, gli alimenti aproteici, lo zucchero, l’albume e l’olio d’oliva poiché sono fosforo free.

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