Benvenuto al corso informativo sull’MRC organizzato da FLAVIS.
Oggi parleremo di come affrontare l’MRC e di quali trattamenti bisogna mettere in atto per contrastarla.
Il trattamento della Malattia Renale Cronica, prevede due distinti approcci a seconda delle fasi in cui si trova il paziente.
Trattamento conservativo
Si compone di due parti, in quanto per conservare la funzionalità renale si agisce su un doppio livello, farmacologico e nutrizionale.
Questo tipo di approccio lo si osserva nei primi stadi sintomatici, ma più in generale possiamo iniziare ad attuarlo sin dai primi stadi solo con la forma farmacologica. Infatti in questa fase i sintomi, che sono per lo più assimilabili ad altre patologie croniche, vengono gestiti farmacologicamente dal medico di base.
In particolare:
Questi controlli permettono un notevole rallentamento del deterioramento della velocità di filtrazione glomerulare.
Gli ACE-inibitori e gli inibitori dei recettori dell’angiotensina II riducono l’evoluzione della riduzione della velocità di filtrazione glomerulare nella maggior parte dei pazienti con malattia renale cronica, in particolare quelli con proteinuria.
Non c’è bisogno di limitare l’attività fisica, sebbene l’astenia e l’apatia di solito limitino la capacità del paziente nell’eseguire attività fisiche.
Il prurito può rispondere alla restrizione dietetica di PO4 e ai chelanti dei fosfati se la fosfatemia è elevata.
A livello nutrizionale è importante garantire un adeguato introito dietetico di proteine e, conseguentemente, di fosfati.
In particolare, per garantire un mantenimento della funzionalità renale si consiglia una riduzione dell’introito proteico a 0,7-0,8 grammi di proteine per kg peso corporeo/die associata a un tenore di energia pari almeno 35-30 kcal/kg.
La soglia di filtrato glomerulare a cui iniziare una terapia dietetica nutrizionale (TDN) non è definita ma una raccomandazione, presente nelle linee guida KDOQI, prevede un trattamento nutrizionale di iniziare nei pazienti con clearance della creatinina inferiore a 60 mL/min/1,73 m2 (Stadio 3).
Al fine di ridurre con grado di evidenza massimo (1A) il rischio di morte renale o di stadio finale dell’IRC. Le stesse linee guida consigliano per i pazienti con nefropatia diabetica un introito proteico di 0,8 g/kg/die.
Nella pratica clinica quest’inizio viene fortemente influenzato dalla rimborsabilità dei prodotti aproteici che varia a seconda delle regioni.
Molti sintomi uremici diminuiscono drasticamente quando il catabolismo proteico e la produzione di urea si riducono. Inoltre, la velocità di progressione della malattia renale cronica può diminuire. Per soddisfare la richiesta di energia e prevenire la chetosi si somministrano sufficienti quantità di carboidrati e grassi.
Oltre alle proteine è importante fare attenzione anche ad altri micronutrienti che possono avere un’influenza sulla progressione della patologia.
Sodio, Fosforo, Potassio e fibre giocano un ruolo importante nel mantenimento e nel controllo della tossicità uremica.
Inoltre, è consigliato avere un introito di fibra alimentare di circa 20g/die.
Quindi i criteri da seguire per una corretta TDN ipoproteica possono essere schematizzati.
I pazienti con prescrizione < 0,8 g/kg/die devono essere attentamente seguiti da un professionista della nutrizione.
Trattamento sostitutivo
Questo tipo di trattamento interviene nel momento in cui con la terapia conservativa non si riesce più a controllare la progressione della malattia.
Questo tipo di trattamento viene comunemente chiamato trattamento dialitico e può essere effettuato in due modalità diverse:
L’emodialisi si svolge prettamente in strutture ospedaliere e prevede dalle 2 alle 3 sedute settimanali nelle quali il paziente, tramite una macchina che svolge il lavoro dei reni, viene aiutato a filtrare le sostanze tossiche presenti nel sangue.
La dialisi peritoneale usa il peritoneo come membrana permeabile naturale attraverso la quale acqua e soluti possono equilibrarsi. E’ una pratica meno invasiva che non richiede la presenza del paziente in ospedale.
La dialisi è di solito iniziata al momento della comparsa di uno dei seguenti:
• Sintomi uremici (p. es., anoressia, nausea, vomito, perdita di peso, pericardite, pleurite)
• Difficoltà a controllare il fluido di sovraccarico, iperkaliemia, o acidosi con farmaci e interventi sullo stile di vita
Questi problemi si verificano in genere allo stadio 5.
I pazienti i cui valori stimati della velocità di filtrazione glomerulare sono in questo stadio devono essere monitorati attentamente in modo che questi segni e sintomi siano riconosciuti precocemente.
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