Benvenuto al corso informativo sull’MRC organizzato da FLAVIS.
Oggi parleremo di una delle terapie principali per la gestione del paziente, la terapia dietetica nutrizionale (TDN)
Il trattamento dietetico-nutrizionale (TDN) è una componente importante della gestione conservativa del paziente affetto da malattia renale cronica che deve anticipare ed integrarsi con le terapie farmacologiche.Gli obiettivi che si prefigge sono:
Il TDN ha il suo cardine nella riduzione dell’apporto proteico ma non si limita a questo: comprende anche un adeguato apporto calorico, il controllo dell’apporto di sodio e di potassio e la riduzione dell’apporto di fosforo.
Oltre agli aspetti quantitativi, il supporto dietetico prevede anche la modifica della qualità degli alimenti, in particolare favorendo cibi di origine vegetale che inducono effetti favorevoli sul metabolismo del fosforo e sull’equilibrio acido-base.
La riduzione dell’apporto di proteine, sodio, fosforo e potassio ha come conseguenza una riduzione del carico azotato, questo si traduce in un miglior controllo di:
L’obiettivo principale del TDN resta quindi, migliorare i parametri della funzionalità renale in modo da ritardare il più possibile l’ingresso in dialisi del paziente (effetto nefroprotettivo).
I vantaggi di una restrizione proteica sono evidenti sin già da una minima riduzione di tale quota, infatti un miglioramento di azotemia, fosforemia e bicarbonatemia lo si osserva già con una riduzione di 0.2g/kg/die di proteine (ad esempio passando da un introito di 1g/kg/die ad un introito di 0.8g/kg/die).
In questi pazienti assume notevole importanza anche l’apporto calorico energetico che è inversamente proporzionale al carico proteico.
Nel paziente con MRC il trattamento nutrizionale parte da una riduzione proteica, e include tutti quei regimi nutrizionali che hanno un introito proteico inferiore a 0.8g/kg/die.
La dieta ipoproteica si avvia negli stadi moderati e gravi di malattia renale cronica ed è il nefrologo assieme al dietista/nutrizionista che seleziona i pazienti e definisce la dieta più idonea in rapporto all’andamento della funzione renale ed alla valutazione clinica globale.
Questa include il controllo dei parametri clinici, antropometrici, nutrizionali e gli esami di laboratorio.
In questo tipo di trattamento nutrizionale, è opportuno limitare l’apporto giornaliero di proteine animali ad alto valore biologico e preferire proteine ad alto valore biologico.
Il paziente deve seguire anche altre indicazioni come ridurre l’apporto di sale (cloruro di sodio) per ottenere una migliore risposta ai farmaci dell’ipertensione arteriosa e ridurre il rischio di ritenzione idro-salina, l’apporto alimentare di fosforo deve essere rigidamente controllato e va monitorato anche il potassio, riducendo, negli stadi avanzati di malattia, gli alimenti che ne sono ricchi.
La dieta ipoproteica non comporta rischi particolari.
Se tuttavia viene condotta in maniera non corretta con un apporto di proteine e calorie insufficienti, può condurre alla malnutrizione. Ciò accade soprattutto in pazienti anziani e non metabolicamente stabili.
La malnutrizione è legata alla mancanza di calorie. In un trattamento dietetico nutrizionale per nefropatici le calorie devono essere adeguate al fabbisogno giornaliero.
Come per tutte le terapie nutrizionali l’aderenza del paziente allo schema dietetico è un elemento fondamentale per il successo e la sicurezza del TDN. L’implementazione di un approccio interdisciplinare e multi-professionale di informazione, educazione, prescrizione dietetica e follow-up rappresenta un elemento chiave per una maggiore diffusione e successo del TDN.
Riassumendo quindi, un trattamento dietetico nutrizionale per poter essere efficace deve essere:
Il non rispetto di queste condizioni insieme ad un apporto calorico non adeguato, favorisce la comparsa di malnutrizione.
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