Se ci potessimo osservare per intero attraverso un microscopio probabilmente la nostra reazione non sarebbe delle migliori: ci vedremmo ricoperti da un tappeto di microrganismi che abita la nostra pelle e le nostre mucose interne. L’insieme di tutti i microbi che abitano dentro e sulla superficie del nostro corpo prende il nome di microbiota. Nell’intestino umano è presente il cosiddetto microbiota intestinale, un sottoinsieme del più generale microbiota, ma certamente il più ricco e importante. Pesa circa 1 chilogrammo e mezzo ed è composto da circa 500 specie di batteri diverse tra loro: alcune sono utilissime, altre invece possono diventare nocive.
La popolazione di microbi “buoni” dell’intestino (che sono la grande maggioranza), oltre ad aiutare l’intestino a digerire il cibo, protegge l’uomo stimolando la risposta immunitaria di fronte all’attacco di agenti patogeni residenti o arrivati dall’esterno.
Esiste una correlazione stretta tra ciò che mangiamo, i microbi che abitano l’intestino e il nostro stato di salute. Le fibre costituiscono il nutrimento preferenziale della nostra flora batterica intestinale promuovendone la crescita equilibrata. Infatti, la fibra alimentare comporta una positiva alterazione del microbiota intestinale, stimolando la proliferazione di ceppi “buoni”, soprattutto a livello del colon. La fibra viene fermentata dai microrganismi intestinali con la conseguente formazione di composti dall’effetto benefico per l’organismo.
Le fibre alimentari sono quelle parti commestibili dei cibi che non vengono né digerite né assimilate. La fibra alimentare quindi non nutre, ma fa molto bene. Le fibre presenti naturalmente negli alimenti, si suddividono in due sottofamiglie:
Come già sottolineato, la fibra solubile è un nutriente per i batteri presenti nell’intestino, che dalla sua digestione producono acidi grassi a catena corta, che fanno da nutrimento per le cellule del colon, riducendo il livello di infiammazione, inoltre il prosperare della flora batterica impedisce lo sviluppo di specie batteriche patogene, nocive per l’uomo.
Negli stadi avanzati della malattia renale cronica, il numero elevato di farmaci assunti e le restrizioni dietetiche, soprattutto in caso di potassio alto con una riduzione delle fibre assunte, portano ad una alterazione della flora batterica intestinale. L’alterazione della flora batterica intestinale porta ad una maggiore produzione di quelle che vengono chiamate tossine uremiche, che si accumulano nel sangue a causa della ridotta eliminazione da parte dei reni.
Nella malattia renale cronica, l’alimentazione ideale è rappresentata dalla restrizione di proteine, sale, fosforo e potassio e da un buon apporto di fibra. A questo scopo ci vengono in aiuto i prodotti aproteici.
I prodotti dietetici aproteici Flavis sono ricchi in fibre, sia solubili, infatti contengono l’inulina, sia insolubili come la cellulosa. Hanno inoltre il vantaggio di contenere entrambi i tipi di fibra all’interno di un unico prodotto, come i Flavis Cracker che hanno un buon contenuto di fibra e possono essere consumati come spezza fame, favorendo un’assunzione regolare quotidiana di fibra e così aiutando la regolarità intestinale e la proliferazione di ceppi batterici buoni nel nostro intestino.
Lara Caldiroli
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