A cura della Dott.ssa Gloria Rana e della Dott.ssa Paola Acquaviva, dietiste specializzate nella gestione nutrizionale della malattia renale cronica.
La creazione di un piano nutrizionale personalizzato è un processo articolato che richiede una valutazione approfondita del paziente. Il percorso può essere diviso in quattro fasi principali.
La prima fase consiste in una completa valutazione nutrizionale, che include un’anamnesi clinica e nutrizionale, indagini biomediche, antropometria (i vantaggi dell’antropometria sono la rapidità di esecuzione, facile e frequente ripetibilità, versatilità del setting, non invasività e basso costo di esecuzione e degli strumenti. Tuttavia, questa pratica presenta anche degli svantaggi: personale addestrato, estrema precisione nei punti di repere e necessità che le valutazioni per lo stesso paziente siano effettuate nel tempo dallo stesso strumento e dallo stesso operatore), valutazione della composizione corporea, test di funzionalità muscolare e performance (per inquadrare al meglio il paziente da un punto di vista clinico e antropometrico, per avere una valida comparazione nel follow up) e l’indagine delle abitudini alimentari attraverso l’uso di questionari validati:
Dopo questa prima fase, il passo successivo consiste nel definire le caratteristiche tecniche del piano nutrizionale. In particolare, si stabilisce il peso target, basato sull’indice di massa corporea (BMI) di partenza, o su un BMI standard di 22,5 in caso di sovrappeso. Successivamente, si calcola l’apporto calorico/kg di peso target/die e infine si calcola l’apporto proteico giornaliero in base alle linee guida all’eGFR e alla prescrizione medica.
Queste due fasi preliminari sono fondamentali per inquadrare al meglio il paziente da un punto di vista clinico e antropometrico e per avere una valida comparazione nel follow up.
La terza fase riguarda la scelta del tipo di piano nutrizionale, che può variare in base alle necessità del paziente. Alcune delle opzioni includono diete a basso apporto proteico (LPD), la dieta mediterranea, vegetariana o vegana. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria la prescrizione di alimenti a fini medici speciali (AFMS), come i prodotti aproteici, per bilanciare l’apporto calorico senza incrementare proteine o micronutrienti. È importante valutare anche l’età muscolare e le performance fisiche del paziente per ottimizzare il piano nutrizionale.
Infine, l’ultima fase consiste nella personalizzazione del piano, concordando con il paziente la suddivisione dei pasti e gli orari in base al suo stile di vita, in modo da rendere la dieta sostenibile a lungo termine. Vengono proposte soluzioni più sane, come pasti e snack equilibrati, spesso a base vegetale, per migliorare la qualità dell’alimentazione e favorire l’aderenza del paziente al piano nutrizionale.
Queste quattro fasi rappresentano un percorso strutturato e personalizzato, indispensabile per garantire che il paziente riceva il supporto nutrizionale adeguato, migliorando così la gestione della sua condizione clinica e la qualità della vita.
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