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Management nutrizionale: dall’inquadramento alla realizzazione di un piano nutrizionale personalizzato in nefrologia

A cura della Dott.ssa Gloria Rana e della Dott.ssa Paola Acquaviva, dietiste specializzate nella gestione nutrizionale della malattia renale cronica.

La creazione di un piano nutrizionale personalizzato è un processo articolato che richiede una valutazione approfondita del paziente. Il percorso può essere diviso in quattro fasi principali. 

La prima fase consiste in una completa valutazione nutrizionale, che include un’anamnesi clinica e nutrizionale, indagini biomediche, antropometria (i vantaggi dell’antropometria sono la rapidità di esecuzione, facile e frequente ripetibilità, versatilità del setting, non invasività e basso costo di esecuzione e degli strumenti. Tuttavia, questa pratica presenta anche degli svantaggi: personale addestrato, estrema precisione nei punti di repere e necessità che le valutazioni per lo stesso paziente siano effettuate nel tempo dallo stesso strumento e dallo stesso operatore), valutazione della composizione corporea, test di funzionalità muscolare e performance (per inquadrare al meglio il paziente da un punto di vista clinico e antropometrico, per avere una valida comparazione nel follow up) e l’indagine delle abitudini alimentari attraverso l’uso di questionari validati:  

  1. Food Frequency Questionnaire (FFQ): è un questionario che intende vagliare attentamente i consumi alimentari, indagando classe per classe di alimenti (pasta, pane, carne, pesce… frequenze di assunzione e quantità di assunzione). Il suo pregio è essere completo di alimenti e grammature; Associabile anche ad immagini; Riferisce indicazioni sulle abitudini generali, i difetti sono: il suo essere relativamente lungo e prolisso; Può risultare ripetitivo e confondente se in autosomministrazione.  
  1. Recall 24h o Diario alimentare. Il recall 24 ore è un questionario che intende indagare ciò che il paziente ha mangiato il giorno precedente. I pregi sono: conciso; si può fare in autosomministrazione; fornisce informazioni complete sugli alimenti.  I suoi difetti sono: limitato a pochi giorni o al giorno precedente; e Influenzabile da comportamenti circostanziali. Il diario alimentare consiste in una registrazione prospettica del consumo di cibo e bevande per un tempo compreso tra i 3 e i 7 giorni precedenti.    
  1. MNA, SNAQ, MUST, SGA. Questi questionari sono scale di valutazione utili per diagnosticare malnutrizione e valutazione dello stato nutrizionale. I pregi sono che è conciso; è di rapida somministrazione ed è indicato per pazienti fragili, anziani e ricoverati.  I difetti sono: non è possibile l’autosomministrazione; e non fornisce informazioni sugli alimenti;   

Dopo questa prima fase, il passo successivo consiste nel definire le caratteristiche tecniche del piano nutrizionale. In particolare, si stabilisce il peso target, basato sull’indice di massa corporea (BMI) di partenza, o su un BMI standard di 22,5 in caso di sovrappeso. Successivamente, si calcola l’apporto calorico/kg di peso target/die e infine si calcola l’apporto proteico giornaliero in base alle linee guida all’eGFR e alla prescrizione medica.  

Queste due fasi preliminari sono fondamentali per inquadrare al meglio il paziente da un punto di vista clinico e antropometrico e per avere una valida comparazione nel follow up.   

La terza fase riguarda la scelta del tipo di piano nutrizionale, che può variare in base alle necessità del paziente. Alcune delle opzioni includono diete a basso apporto proteico (LPD), la dieta mediterranea, vegetariana o vegana. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria la prescrizione di alimenti a fini medici speciali (AFMS), come i prodotti aproteici, per bilanciare l’apporto calorico senza incrementare proteine o micronutrienti. È importante valutare anche l’età muscolare e le performance fisiche del paziente per ottimizzare il piano nutrizionale. 

Infine, l’ultima fase consiste nella personalizzazione del piano, concordando con il paziente la suddivisione dei pasti e gli orari in base al suo stile di vita, in modo da rendere la dieta sostenibile a lungo termine. Vengono proposte soluzioni più sane, come pasti e snack equilibrati, spesso a base vegetale, per migliorare la qualità dell’alimentazione e favorire l’aderenza del paziente al piano nutrizionale. 

Queste quattro fasi rappresentano un percorso strutturato e personalizzato, indispensabile per garantire che il paziente riceva il supporto nutrizionale adeguato, migliorando così la gestione della sua condizione clinica e la qualità della vita. 

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